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Ciclismo

Trionfo Alessandro De Marchi al Tour of the Alps: Vittoria epica nella seconda Tappa

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Trionfo di Alessandro De Marchi al Tour of the Alps: Vittoria Epica nella Seconda Tappa a Stans

Alessandro De Marchi dimostra ancora una volta la sua indiscussa classe! A quasi 38 anni, il veterano corridore friulano si è imposto con determinazione durante la seconda tappa del Tour of the Alps, conquistando la vittoria in solitaria a Stans. Distaccando i suoi compagni di fuga Simon Pellaud e Patrick Gamper, De Marchi ha riacceso i riflettori su di sé, ottenendo la sua prima vittoria dopo due anni e quasi duecento giorni, dal trionfo alla Tre Valli Varesine nel 2021. Questa è la settima vittoria in carriera per il “Rosso di Buja“. Nonostante il successo personale, Tobias Foss rimane in testa alla classifica generale.

La tappa è stata animata da un attacco di sei corridori che si sono distaccati dal gruppo principale a poco più di 150 chilometri dal traguardo: Patrick Gamper (Bora-Hansgrohe), Atsushi Oka e Yuma Koishi (JCL Team UKYO), Simon Pellaud (Tudor), Lukas Pöstlberger (Team Austria) e lo stesso Alessandro De Marchi (Jayco-AlUla). Anche se i due giapponesi sono stati i primi a cedere, la fuga è proseguita con determinazione.

I fuggitivi sono riusciti a costruire un vantaggio di oltre quattro minuti sul gruppo principale, mantenendolo costante e alimentando le speranze di una vittoria finale, considerando il margine concesso dal plotone. A circa 40 chilometri dal traguardo, Pöstlberger è stato il primo a staccarsi, lasciando i tre corridori di testa.

Mentre il gruppo sembrava reagire timidamente, la situazione è cambiata drammaticamente a circa 33 chilometri dal traguardo quando Patrick Gamper ha provato un attacco solitario su una salita. Tuttavia, la sua azione è stata neutralizzata sulla successiva ascesa di Gnadenwald: De Marchi ha colto l’occasione per lanciare il suo attacco decisivo, rimanendo in testa da solo fino alla fine.

Gamper si è classificato secondo, seguito da Pellaud. Nel gruppo principale, il settimo posto è stato conquistato da Antonio Tiberi. La tattica delle squadre di vertice è stata quella di preservarsi in vista della tappa successiva a Schwaz, prevista come molto impegnativa e imprevedibile.

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Ciclismo

Pogacar, il Cannibale spartiacque: ‘rebreathe’ per l’epica del ciclismo

Il Cannibale Tadej Pogacar divora il Tour de France e si pone come spartiacque nella storia: per l’epica del ciclismo è ‘rebreath’, tra fascino e scandalo

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Chiuse le porte del Tour de France si spalancano quelle della leggenda. Affare di pochi eletti, certamente di Tadej Pogacar, dominatore incontrastato (salvo sporadiche cessioni al rivale Vingegaard) ed incontrastabile. Un 2024 che fa rima con la storia, la stessa scritta dallo sloveno tra Giro e Tour, in una doppietta che gli concede l’ingresso dalla porta principale nella ristretta cerchia dei ‘Magnifici 7’, 8 da questo lunedì.

Doppietta, 12 vittorie equamente spartite tra Italia e Francia, terzo tour e record tritati. 21 tappe da favola, la cui morale è l’ormai certificato ritorno dei grandi fasti del ciclismo d’un tempo. Annientati gli avversari tra salite, discese e pianura, l’apparente mancanza di punti deboli concede a Pogacar di profanare il cimitero nel quale doping e scandali avevano affossato a più riprese questo sport.

Un ciclismo moderno ed evoluto che non concede il fianco a paragoni statistici e di risultati con il passato, poi c’è lo sloveno. Interrompe la striscia di 28 anni senza doppietta Giro-Tour, rievocando le memorie di Marco Pantani; stampa 6 vittorie per parte, sopravanzando di uno nel computo totale l’eterno paragone con Eddy Merckx. Il trionfo della discordia, così derubricabile, è quello del sabato sul Col de la Cuillole: disseppellito lo sport, Pogacar concede la parola persino ad Armstrong, il quale promette: “È l’errore più grande della sua carriera“.

Trainato da un Vingegaard fresco reduce di terapia intensiva, stigmate da Cannibale antipatico e sfrontatezza etica fanno tutt’altro che offrirgli il lusso morale della concessione della vittoria al rivale. Trionfo senza limiti, nell’animo e nei risultati. Oggi l’implacabile sloveno firma ai microfoni il sogno della maglia iridata del Mondiale di Zurigo, così la Tripla Corona vede sbiaditi i tratti propri del miraggio, avvicinando la Vuelta ad una lucida follia.

Tour de France, Tadej Pogacar
Tour de France, Tadej Pogacar

Il Tour, la Francia, le strade, Tadej Pogacar, le briciole. Niente di nuovo sul fronte transalpino, il terzo sigillo (dopo 2020 e 2021) è la risposta, tanto attesa quanto perfetta nello svilupparsi della trama dei nuovi eroi del ciclismo moderno, al rivale di sempre Vingegaard. Recenti tradizioni del nuovo millennio spazzate via, da un testa a testa o da uno sprint, da un rischio o una sgommata verso il traguardo: il 2024 si rifà all’epoca classica, è tornata l’epica del ciclismo.

Niente di nuovo, poi, anche sul fronte opposto, quello dei volti protagonisti. I soliti noti Pogacar, Vingegaard, l’arrembante Evenepoel, van der Poel e van Aert, poi il vuoto. La mitologia dell’evoluzione tendente all’ideale del superuomo in sella ad una bicicletta stride con la storia recente, ancor più dinanzi alla profondità del solco scavato tra sé e la concorrenza, se tale può ancora essere definita.

I soliti e le solite. L’inchiesta di Escape Collective mette i bastoni tra le ruote all’illusione di una rinascita immacolata dello sport. L’ombra lunga del rebreathing fa calare le tenebre, sul Tour e sui trionfi, sui protagonisti e sui record. La controversa pratica, consistente nell’inalazione di monossido di carbonio, collide con la proprietà ed utilizzo, confessato, dei rebreather da parte dei team Visma, UAE, IPT. Una ‘sfortunata’ coincidenza vuole, poi, siano le squadre degli stessi sopracitati. La WADA, tuttavia, non proibisce ufficialmente l’utilizzo; il rebreathing, inoltre, ha la duplice funzione di misurazione accurata dei valori sanguigni e di miglioramento delle prestazioni.

Prove assenti, dubbi nascenti. La scienza certifica l’inalazione di CO come tossica, in qualsivoglia circostanza, potenzialmente nociva, dai possibili danni neurologici gravi. La sottile, quanto rimarcabile, differenza tra uso a fine misurativo, come affermato dalle squadre coinvolte, e miglioramento, evidentemente irregolare, delle prestazioni, risiede nella frequenza delle dosi. Ad unificare i casi è, tuttavia, lo sgretolarsi dei confini dell’etica, il riaffiorare degli anni ’90 dell’eritropoietina.

Il fascino del ritorno al passato, così, rischia di infrangersi sullo scoglio più recente, quello degli scandali, costringendo alla sola memoria la suggestiva epica del ciclismo. In un Tour che non conosce limiti, di record e vittorie, occorre attenzione su quali infrangere.

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Ciclismo

Tour de France LIVE, 21ª tappa: Pogacar ha vinto la Grande Boucle

Segui LIVE la 21esima tappa del Tour de France: Pogacar vince la Grande Boucle

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Tour de France, Tadej Pogacar

Il Tour si chiude con una 21ª tappa che riassume perfettamente l’intera edizione: Tadej Pogacar vince, per la sesta volta. Maglia gialla da dominatore assoluto, anche nella cronometro Monaco-Nizza. Staccati Vingegaard ed Evenepoel, oggi il ciclismo si inchina, una volta ancora, al fuoriclasse sloveno, al terzo trionfo in Francia, al mostruoso bis annuale dopo il Giro.

Tour de France, Maglia Gialla

  • Tadej Pogacar in 83h 38′ 56″
  • Jonas Vingegaard +6′ 17″
  • Remco Evenepoel +9′ 18″
  • Joao Almeida +19′ 03″
  • Mikel Landa +20′ 06″

Tour de France, Maglia Verde

  • Biniam Girmay – 387 punti
  • Jasper Philipsen – 354 punti
  • Bryan Coquard – 208 punti
  • Tadej Pogacar – 196 punti
  • Anthony Turgis – 180 punti

Tour de France, Maglia a Pois

  • Richard Carapaz – 127 punti
  • Tadej Pogacar – 102 punti
  • Jonas Vingegaard – 70 punti
  • Matteo Jorgenson – 54 punti
  • Remco Evenepoel – 50 punti

Tour de France, Maglia Bianca

  • Remco Evenepoel 83h 48′ 14″
  • Carlos Rodriguez +15′ 46″
  • Matteo Jorgenson +17′ 16″
  • Santiago Buitrago +19′ 45″
  • Javier Romo +1h 33′ 08″
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Ciclismo

Giro d’Italia, Pogacar dominante: sorride l’Italia con Milan e Tiberi

Pogacar dominato come da pronostico il Giro d’Italia 2024, aggiudicandosi la maglia rosa per la prima volta in carriera. Ottimi risultati per l’Italia con Milan e Tiberi

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Pogacar

Si è conclusa l’edizione del 2024 del Giro d’Italia. Era l’unico vero favorito della vigilia e non ha tradito le aspettative: Tadej Pogacar si è aggiudicato per la prima volta in carriera la maglia rosa. Un risultato, di fatto, mai in discussione, ma che ha visto lo sloveno continuare a dominare disputando, di fatto, una gara a parte.

Un’edizione che, comunque, si tinge anche sullo sfondo dei colori dell’Italia, che si aggiudica sia la maglia ciclamino che quella bianca. La classifica a punti, infatti, ha visto trionfare Jonathan Milan, beffato, tra l’altro, all’ultima tappa da Tim Merlier. Il miglior giovane, invece, se lo è aggiudicato Antonio Tiberi che ha anche centrato il quinto posto nella classifica vinta da Pogacar.

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