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Motori

Montecarlo e Montmelò, destini e maledizioni

Destini e maledizioni, traiettorie parallele in grado di incrociarsi, come a Montecarlo o al Montmelò: storie di vita e carriera, come per Leclerc, Bagnaia ed Espargaro

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Montecarlo e Montmelò, destini e maledizioni

L’Italia dei motori illumina l’ultimo weekend di maggio, diviso tra il Montmelò di Barcellona e la regale cornice di Montecarlo. La Ferrari come la Ducati, tramiti di frammenti di vita per Charles Leclerc e Francesco Bagnaia, come l’Aprilia di Espargaro. Traiettorie insperate del destino e maledizioni dai tratti interminabili. L’ingegneria ed il cuore del Bel Paese scrivono, ancora una volta, una pagina di storia.

Maledizioni. Quelle dei piloti, quelle di Leclerc e di Bagnaia. Il primo è stato, sin qui, Principe unicamente di nomina, ancora in cerca dell’investitura ufficiale, nel teatro dei sogni, di casa e di una vita. Montecarlo non è una pista come le altre, vincere nel Principato non è come farlo altrove, ancor più per un monegasco, dannato e maledetto dalle proprie strade.

Leclerc

L’incantesimo del Principato condanna il proprio Principe senza corona nuovamente a quella pole che non gli ha mai concesso il successo. Le insidie del circuito cittadino per eccellenza, nel weekend che consacra ulteriormente l’Italia a Mecca dei motori, questa volta, però, non possono nulla.

Leclerc sconta il pegno con la sua Montecarlo pagando 78 tornate dal peso di una vita, propria e del padre scomparso nel 2017. Le lacrime in ricordo di un sogno ed una promessa affollano il casco verso gli ultimi passaggi sul traguardo, quanto basta a godersi le emozioni della vittoria più importante in carriera, da rimandi e sensazioni che trascendono lo sport. La maledizione del Principato è spezzata, il Principe ha, oggi, finalmente, l’investitura che merita, la corona più ambita ed attesa.

Bagnaia

Maledizioni, ancora, come quella di Francesco Bagnaia. La tassa del Montmelò è storicamente cara per il Ducatista, divenuta dazio amaro nel 2022, sfiorando tratti da pena capitale soltanto 9 mesi fa.

A settembre il cuore pulsante della MotoGP in Catalunya saltò un battito in corrispondenza dell’highside di Bagnaia, sospendendolo, poi, per interminabili minuti d’apprensione in seguito al travolgimento del suo corpo da parte dell’incolpevole Binder. Acuire drammi del recente passato con la caduta in curva 5 a metà giro dalla vittoria della Sprint, se possibile, ha reso ancor più fitte le nubi che sembrano affollare la mente di Bagnaia a Barcellona.

Per neutralizzare la macumba catalana, forse, serviva sfatare il tabù in un moto di coraggio, o follia esoterica. Operare il sorpasso decisivo per la vittoria nella stessa curva 5, neanche 24 ore più tardi, libera la mente e allontana i fantasmi iberici; passare per primo sotto la bandiera a scacchi, davanti al rivale diretto e di casa, rompe la maledizione del Montmelò.

Leclerc e Bagnaia, campioni in rosso che nella domenica dei sogni italiani rompono maledizioni di vita e carriera, sfidando il destino, beffardo negli anni, guardandolo negli occhi a oltre 300 orari, andandolo a prendere sovvertendo il passato.

Destino. Beffardo per molti, scritto negli astri per altri, per Aleix Espargaro. Mestierante di medio-rango della classe regina negli anni, si riscopre Capitano nella favola italiana Aprilia nell’ultimo triennio. Lo stesso destino gli concede la parentesi più lieta di carriera quando questa volge al termine, definitivamente poi, annunciando il ritiro proprio nella sua Barcellona nel weekend.

Espargaro

Nato a Granollers, formatosi con vista sul circuito di Barcellona, cresciuto sognando il trionfo al Montmelò. Dopo aver illuminato la rotta di Aprilia nel buio tecnico, guidandola sino a seconda forza del mondiale, riconosce il giungere del proprio tempo: Aleix tira il freno di carriera e si ferma a casa propria, annunciando il ritiro, nel teatro di una vita.

Lacrime d’addio nel teatro di casa, ripagate dal destino stesso, beffardo per ampi tratti di carriera, in grado di redimersi concedendo un finale da favola. Record della propria pista, pole position, vittoria della Sprint. La chiusura di un cerchio perfetto, Aleix come Giotto tra la propria gente, allontanando i rimpianti, vivendo il sogno, ringraziando il destino. Favole.

Destini e maledizioni, traiettorie parallele in grado di incrociarsi per le strade d’Europa, a Montecarlo o al Montmelò, lente nel farsi attendere, o veloci come Leclerc, Bagnaia ed Espargaro, concedendo meravigliose storie di vita e di carriera.

MotoGP

MotoGP, Aprilia TrackHouse scuote il mercato: Arbolino e Miller osservati speciali

Torna protagonista il mercato piloti in MotoGP con Aprilia TrackHouse a trarne le fila: Tony Arbolino e Jack Miller osservati speciali del nuovo domino

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Tony Arbolino

Pausa estiva per la MotoGP, non per il mercato piloti. Sciolto il nodo Ducati al Mugello, e conseguente domino di selle, è ora tempo di definizione per le ultime moto rimaste disponibili sulla griglia del 2025. A riaccendere gli animi, in questo senso, ci ha pensato Davide Brivio per conto del team TrackHouse di Aprilia.

È ufficiale, infatti, il prolungamento di Raul Fernandez con il secondo team della casa di Noale sino al 2026. Sullo spagnolo il peso di investimento e investitura, quella delle alte schiere dell’universo Aprilia, Massimo Rivola su tutti, il quale non si esime da lodi nei suoi riguardi. Dopo una prima fase di 2024 di iniziali passi avanti, il numero 25 è ora chiamato a spingersi ad altri livelli per confermare in pista di meritare l’RS-GP 2025.

Discorso ben diverso, invece, per il compagno di box di Raul, vale a dire Miguel Oliveira. Gli anni da canterano per conto di Noale sembrano essere giunti al termine in quanto, riporta Sky Sport, sarebbe ormai ad un passo la firma per accasarsi nel team Prima Pramac, fresco di accordo pluriennale con Yamaha.

Lo stesso team di Paolo Campinoti, peraltro, dovrà riempire anche il secondo slot al fianco di, eventualmente, Oliveira. L’ipotesi di un pilota italiano aleggia nella mente dell’ex Ducati, ma, con uno schieramento MotoGP definito per quelli che sono i suoi interpreti di maggior rilievo, non resterebbe che pescare dalla Moto2. Ecco che, così, salirebbero prepotentemente le quotazioni di Tony Arbolino, protagonista di una stagione in chiaroscuro, complice il complesso adattamento alle Pirelli. Le principali insidie in questo senso, per il 14 di Marc VDS, sarebbero rappresentate da Joe Roberts, Sergio Garcia ed Alonso Lopez.

Riavvolgendos il nastro, infine, TrackHouse resterebbe in cerca del nuovo compagno da affiancare a Raul Fernandez. Complice il grande numero di rinnovi già ufficializzati dalle altre case, Aprilia potrebbe volgere lo sguardo verso Jack Miller, prontamente defenestrato da KTM in favore delle occasioni Bastianini e Vinales.

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Motori

Toprak pigliatutto a Most: Bulega ancora podio, Bautista show

Re Toprak di Most: il turco domina e fa 10 nelle ultime 10, Bulega sempre a podio, Bautista show alla domenica

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L’inno turco risuona ancora e ancora a Most, Toprak è l’assoluto dominatore del campionato. 10 vittorie consecutive, 50 in SBK, fuga mondiale e incontenibile per gli avversari. Bulega ci prova in avvio di Gara-2, poi abdica e si prende nuovamente il 2° posto. Locatelli completa il podio.

Se le cronache di vittorie e dominio sono affare di Toprak, contraltare protagonista è stato Alvaro Bautista. Contender per il titolo nelle scorse stagioni, affossa le proprie speranze iridate nella ghiaia di Most a più riprese. Domenica nera, il contatto con Petrucci in curva 1 gli preclude Gara-2. Nel post gara lo spagnolo inchioda Ducati sul mercato annunciando il proprio futuro. One man show in salsa iberica, la ricetta del turco, tuttavia, è certamente migliore.

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Formula 1

Doppietta McLaren in Ungheria: Hamilton e Ferrari inseguono, Verstappen nervoso

La McLaren piazza la doppietta al sapore di prima volta per Oscar Piastri in Ungheria: Hamilton e le Ferrari inseguono, Max Verstappen nervoso anche nel post-gara

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McLaren, Piastri

Storico uno-due per la McLaren in Ungheria. Oscar Piastri precede Lando Norris, come da ordini di scuderia, poi Hamilton, a chiudere il podio, e Charles Leclerc. Soltanto 5° un Max Verstappen nervoso, in gara ed ai microfoni, protagonista di diversi episodi controversi, a precedere Carlos Sainz. Chiudono la zona punti Perez, Russell, Tsunoda e Stroll.

Per Oscar Piastri è la prima vittoria di una giovane carriera che giunge, sebben orchestrata dal muretto McLaren, a suggellare una stagione ben oltre le aspettative della vigilia. Prosegue l’ottimo stato di forma Lando Norris, mentre è nuovamente a podio Lewis Hamilton, terzo. Ricompone la propria gara, per quanto possibile, Leclerc, scattato 6° e ben distante dal ritmo dei primi. Poi il capitolo Verstappen, nervoso protagonista a più riprese in Ungheria.

Largo nelle battute iniziali, sconfina i termini regolamentari non alzando il piede fuori pista. Cede, Verstappen appunto, la posizione a Lando Norris per non incappare in penalità. Di qui in poi si accende il team radio, tra strategie errate che concedono il fianco all’undercut di Hamilton e Leclerc, soste lunghe e scintille di pista. Staccata troppo tarda, contatto con Sir Lewis, decollo e podio sfumato.

State completamente rovinando la mia gara. No, adesso non rompere, mi avete dato voi questa strategia di m***a“, l’esordio dell’olandese verso il team. “Ti comporti come un bambino Max, da bambino. Non starò a litigare in radio con le altre scuderie“, la pronta risposta dell’ingegnere di pista Gianpiero Lambiase. Poi la chiosa in punta di fioretto ai microfoni, a far calare il sipario sul weekend d’Ungheria: “Io irrispettoso? Si f****no tutti“.

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