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Roma, tempo di quarti: Medvedev abdica, Zverev e Tsitsipas i sopravvissuti

Si sono delineati i quarti di finale del Master 1000 di Roma, con il detentore del titolo Daniil Medvedev che ha abdicato, lasciando come favoriti Zverev e Tsitsipas

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Zverev

All’ATP Master 1000 di Roma si è giunti ai quarti di finale, che andranno in scena mercoledì 15 e giovedì 16 maggio. Ha abdicato il detentore del titolo Daniil Medvedev, uscito sconfitto dal suo match di ottavi contro Tommy Paul.

Il russo si aggiunge alla lunga lista delle teste di serie cadute prima di approdare al terzultimo atto del torneo. A rappresentare ancora la top 10 del circuito sono, invece, Alexander Zverev e Stefanos Tsitsipas, oltre a Hurkacz, che sono ora i favoriti alla vittoria finale.

Tabilo non si ferma, Zverev-Fritz il piatto forte

Nella giornata di mercoledì andranno in scena i quarti di finale della parte alta del tabellone di Roma, quella orfana di Novak Djokovic. Proprio il giustiziere del serbo Tabilo, dopo aver sconfitto Karen Khachanov, affronterà un altro degli outsider di questo torneo, Zhang, che ha superato agli ottavi Monteiro.

L’altro accoppiamento, invece, vedrà in scena il match più atteso di questi quarti tra Alexander Zverev e Taylor Fritz. Il numero 5 del mondo ha effettuato un percorso netto senza perdere set, con Borges l’ultimo a cadere di fronte al tedesco. Lo statunitense, invece, ha impiegato tre set per superare Grigor Dimitrov nella giornata di martedì.

Tsitsipas, Roma

Roma, Hurkacz e Tsitsipas prenotano la semifinale

Giovedì sarà il turno dei tennisti ancora in gioco nella parte bassa del tabellone. Hubert Hurkacz si scontrerà con Tommy Paul, colui che ha estromesso dal torneo Medvedev. Il polacco, invece, ha superato Baez in rimonta. Dall’altra parte, dopo la bella vittoria su de Minaur, Stefanos Tsitsipas se la vedrà con Jarry, che è invece approdato ai quarti dopo aver sconfitto Muller.

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Berrettini tris si prende Gstaad: record, ritorno al passato e top 50

Matteo Berrettini piega Halys e si prende Gstaad: un ritorno al passato ed in top 50 per il romano

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Berrettini, Gstaad

Matteo Berrettini piega Questin Halys nella finale svizzera di Gstaad, facendo proprio l’ATP 250. Un 6-3 6-1 senza possibilità di replica in meno di un’ora per il rivale francese. La pioggia del primo set rallenta The Hammer, salvo non cambiare il copione, anzi inacidendo le sorti del transalpino.

Per Berrettini è il nono titolo ATP in carriera, il secondo quest’anno dopo Marrakech, nonché il secondo a Gstaad, dopo che nel 2018 alzò al cielo, proprio in Svizzera, il primo trofeo di carriera. L’azzurro, forte del successo che lo proietta al terzo posto degli italiani più vincenti di sempre, al pari di Fognini e dietro ai soliti Sinner e Panatta, da lunedì riabbraccerà, così, la top 50 del ranking mondiale.

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Super Berrettini a Gstaad, cade anche Tsitsipas: è finale

Matteo Berrettini raggiunge la finale al torneo di Gstaad dopo lo splendido successo su Stefanos Tsitsipas, per provare a centrare il titolo

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Berrettini

Matteo Berrettini sta tornando e lo dimostra la splendida prova al torneo di Gstaad. Il romano, infatti, batte anche Stefanos Tsitsipas nel match valido per la semifinale e raggiunge così l’ultimo atto della competizione, dove si troverà di fronte Halys per provare a centrare un titolo che segnerebbe ancora di più la sua crescita nell’ultimo anno.

Un percorso fin qui perfetto quello di Matteo che non ha ancora lasciato set, superando, in ordine, Cachin, Galan, Auger-Aliassime e, soprattutto, la testa di serie numero uno del torneo Stefanos Tsitsipas per 7-6 7-5, con una grandissima prova al servizio. In finale l’italiano si presenterà da favorito per provare a trovare il successo.

Gstaad, però, è un terreno con cui Berrettini ha già dimostrato di aver un rapporto particolare, visto che proprio in Svizzera aveva centrato il suo primo trofeo nel circuito ATP nel 2018 .

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Cambio generazionale? Ad Alcaraz e Sinner gli Slam, Djokovic rincorre

L’era dei big three è all’ultima chiamata, con la nuova generazione che è finalmente riuscita a invertire le carte in tavola, nelle vesti di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, fresco vincitore di Wimbledon. Novak Djokovic è ora chiamato a rincorrere per frenare il declino di un’era

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Djokovic e Alcaraz

Il cambio generazionale in questo periodo della storia tennistica è tanto atteso quanto temuto. L’era dei big three, infatti, ha lasciato un marchio indelebile nella mente degli appassionati, in un dominio che dava quasi l’illusione di poter essere eterno. Briciole e poco più è ciò che lasciavano a chi non sedeva nell’olimpo di questo sport e non c’era giovane che bussasse alla porta in grado di modificare in maniera duratura la situazione.

Djokovic l’ultimo dei samurai in grado, fino ad ora, di reggere l’avanzata della nuova generazione e se fino allo scorso anno era lui l’uomo da battere, in silenzio le nuove leve sono finalmente riuscite a stravolgere la situazione. Sinner e Alcaraz hanno fatto loro i primi tre Slam della stagione, con lo spagnolo fresco vincitore di Wimbledon.

“So che quest’anno sono i migliori del mondo e so di non essere al loro livello” sono state le parole del serbo, dichiarazioni completamente opposte rispetto a quanto accadeva fino a poco tempo fa. Non per questo, però, parole di resa con Djokovic che non ha mai nascosto la sua volontà di centrare ancora altri record prima di appendere la racchetta al chiodo.

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