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Lopetegui il favorito per la panchina del Milan dopo il deludente Europeo

Il Milan sta considerando Julen Lopetegui come possibile sostituto di Pioli dopo una deludente esperienza in Europa League. Lopetegui emerge come il candidato principale, avendo dimostrato competenza sia a livello nazionale che in club. Questo cambio di allenatore, sebbene non ideale prima di un derby, potrebbe essere il primo passo per pianificare una stagione più solida e ambiziosa

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Lopetegui il favorito per la panchina dopo il deludente Europeo

L’idea di Julen Lopetegui come possibile successore di Pioli al Milan certamente suscita interesse e discussioni tra i tifosi rossoneri. Lopetegui ha dimostrato la sua capacità di ottenere risultati significativi sia a livello nazionale che in club, con esperienze importanti come quella con la Nazionale spagnola e il successo in Europa League con il Siviglia.

La sua esperienza e il suo background potrebbero portare una ventata di freschezza e competenza alla squadra milanese. Tuttavia, va considerato che ogni allenatore porta con sé uno stile e una filosofia diversi, e sarà importante che Lopetegui riesca a integrarsi bene con la squadra e il contesto del Milan.

Sembra che Lopetegui abbia guadagnato terreno rispetto agli altri candidati per la posizione di allenatore del Milan, e ciò potrebbe essere dovuto alla sua esperienza, al suo stile di gioco e alla sua capacità di lavorare con i giovani, tutti requisiti importanti per il progetto del club.

Il fatto che ci siano stati contatti diretti con Gerry Cardinale, insieme all’identikit generale dell’allenatore desiderato, suggerisce che Lopetegui sia il nome più caldo al momento.

Il cambio di allenatore, sebbene non immediato, a poche ore da un derby è certamente un evento singolare e non ideale per la stabilità della squadra. Tuttavia, considerando che il Milan ha virtualmente garantito la qualificazione alla prossima Champions League e ha poche altre ambizioni in campionato, potrebbe essere un momento opportuno per iniziare a pianificare la prossima stagione e stabilire una nuova guida tecnica.

Resta da vedere come reagirà la squadra e come si evolverà la situazione nei prossimi giorni, ma sembra che il Milan stia cercando di prepararsi per un futuro più solido e ambizioso.

Chi è il possibile sostituto di Pioli, Julen Lopetegui

Julen Lopetegui, nato ad Asteasu, Spagna, il 28 agosto 1966, ha avuto una carriera poliedrica prima di diventare allenatore e opinionista televisivo. Ha giocato come titolare con Las Palmas, Logroñés e Rayo Vallecano, oltre a essere stato riserva sia al Real Madrid che al Barcellona.

Come allenatore, Lopetegui ha avuto successo con le nazionali giovanili spagnole, mostrando un calcio basato sul possesso palla e la creazione di occasioni. Tuttavia, le sue esperienze al Real Madrid e al Porto non sono state fortunate, anzi, caratterizzate da successi e fallimenti, trionfi e delusioni.

Al Real Madrid è stato esonerato dopo solo tre mesi a causa di risultati deludenti in Liga, mentre al Porto è stato sostituito a metà stagione dopo un secondo posto.

Ha avuto successo con il Siviglia, portandoli a tre quarti posti in campionato e vincendo l’Europa League nel 2019-20. Tuttavia, la sua esperienza più recente al Wolverhampton è stata meno brillante, con la squadra che ha lottato per soddisfare le sue richieste di mercato.

Nonostante i suoi alti e bassi, Lopetegui è considerato un allenatore con una filosofia di gioco definita e ha dimostrato la sua capacità di guidare squadre a successi significativi, sebbene non sempre in modo costante.

La carriera Julen Lopetegui

Julen Lopetegui ha dimostrato flessibilità tattica nel corso della sua carriera, utilizzando principalmente la difesa a quattro e il modulo 4-3-3 mentre allenava la Spagna. Al Wolverhampton, ha variato tra il 4-4-2 quando aveva a disposizione giocatori come Diego Costa e Matheus Cunha, il 4-2-3-1 e il 4-3-3.

Durante il suo periodo al Siviglia, ha iniziato con il 4-3-3 ma ha adottato anche la difesa a tre in alcune partite, passando al 3-4-2-1. Il suo calcio è noto per il possesso palla e la qualità nel palleggio, specialmente grazie alla presenza di centrocampisti capaci.

Il momento più significativo e surreale della carriera di Julen Lopetegui è stato l’incredibile addio alla nazionale spagnola a soli tre giorni dall’inizio della Coppa del Mondo del 2018.

Dopo aver assunto il ruolo di commissario tecnico nel 2016 con l’obiettivo di rinnovare una Spagna in declino dopo l’era di Vicente Del Bosque, Lopetegui ha compiuto un lavoro straordinario. Ha condotto la Roja in Russia con un percorso impeccabile, segnato da 4 pareggi e 16 vittorie, tra cui la vittoria 3-0 al Bernabeu contro l’Italia nel settembre 2017, che ha mandato gli azzurri di Ventura ai playoff contro la Svezia.

Tuttavia, alla vigilia del Mondiale, Lopetegui è stato licenziato dal presidente della federazione spagnola, Luis Rubiales, dopo che il Real Madrid aveva annunciato di aver raggiunto un accordo con lui per l’incarico di allenatore a partire dalla fine del torneo.

L’addio di Julen Lopetegui alla nazionale spagnola è stato segnato da un senso di tradimento dopo aver appena rinnovato il suo contratto federale. Il presidente Rubiales lo considerò un atto di disonore. Lopetegui, legato sentimentalmente al Real Madrid, non ha resistito alla chiamata della Casa Blanca, lasciata senza allenatore dopo l’uscita di Zidane.

Nonostante il suo legame profondo con il club, il suo sogno è stato spezzato rapidamente. La Spagna, affidata a Fernando Hierro, è stata eliminata agli ottavi di finale dalla Russia. Lopetegui, visibilmente commosso, è stato presentato come allenatore del Real Madrid al Bernabeu, ma è stato licenziato poco più di quattro mesi dopo, dopo una sconfitta per 5-1 contro il Barcellona al Camp Nou.

In poche settimane, ha perso tutto: una nazionale in splendida forma e un’opportunità al Real Madrid, che lo aveva sedotto e poi abbandonato rapidamente.

Nuova casa al Siviglia

Dopo l’esperienza travagliata al Real Madrid, Julen Lopetegui ha trovato una nuova casa al Siviglia, sotto la guida di Monchi, ritornato al club dopo un’esperienza romana. Lopetegui ha accettato la sfida di una squadra in fase di ricostruzione, con l’arrivo di ben 15 nuovi giocatori. Nonostante le difficoltà, ha ottenuto risultati straordinari, portando il club al quarto posto in campionato e alla vittoria in Europa League contro l’Inter. Il suo successo gli è valso il premio come miglior tecnico della Liga.

Nonostante il rinnovo del contratto fino al 2024, Lopetegui è stato esonerato nell’ottobre del 2022, ripetendo un pattern già visto al Rayo Vallecano, al Porto e al Real Madrid. Successivamente, è passato al Wolverhampton, riuscendo a migliorare la posizione della squadra dalla penultima alla tredicesima in classifica.

Tuttavia, si è dimesso alla fine della stagione. L’approccio di Lopetegui al lavoro è caratterizzato da una promessa insolita: inviterà i giocatori a mangiare ogni volta che manterranno la porta inviolata.

Valorizzare il talento individuale dei giocatori

Julen Lopetegui si inserisce splendidamente nella tradizione della scuola basca, che negli ultimi anni ha prodotto numerosi grandi allenatori come Xabi Alonso, Unai Emery, Mikel Arteta, Andoni Iraola e Imanol Alguacil, solo per citarne alcuni. Questi tecnici, pur differenziandosi tra loro, condividono una predilezione per il gioco offensivo, il possesso palla e la pressione alta, elementi fondamentali del calcio spagnolo.

Lopetegui ha dimostrato di saper valorizzare al meglio i suoi giocatori, portando il meglio da talenti come Isco e David Silva durante il suo mandato con la nazionale spagnola. Ha anche adattato il suo stile tattico alle caratteristiche dei suoi giocatori, come dimostrato dalla flessibilità della sua squadra al Siviglia, dove ha saputo sfruttare le capacità di giocatori come Banega e Suso, oltre a utilizzare con successo un centravanti tradizionale come Luuk De Jong o En-Nesyri.

Inoltre, Lopetegui ha dimostrato una notevole intelligenza tattica nel suo approccio al gioco, come evidenziato dalla scoperta delle doti di incontrista di Casemiro durante il suo periodo al Porto, prima che il brasiliano diventasse un elemento chiave nella squadra del Real Madrid che ha vinto tre Champions consecutive.

La sua filosofia di allenamento si basa sull’idea che il calcio debba adattarsi al talento dei giocatori, anziché il contrario, come dimostrano le sue parole “Nel calcio, il talento dei giocatori è insostituibile. Gli allenatori sono qui per facilitare e guidare, non per limitare. Questo sport appartiene ai calciatori, e noi siamo qui per aiutarli a esprimersi al meglio delle loro capacità.

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Milan, prima offerta per Samardzic: spunta la contropartita

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Lazar Samardzic, Udinese

Il Milan fa sul serio e dopo Alvaro Morata per l’attacco si muove per puntellare anche la trequarti. Il preferito dei rossoneri da settimane e settimane è Lazar Samardzic, vicinissimo all’Inter un anno fa e al Napoli lo scorso gennaio. Per il talento dell’Udinese- rivela DAZN – il Diavolo avrebbe avanzato una proposta di 16 milioni, giudicata troppo bassa. Possibile, dunque, l’inserimento di una contropartita che per gradimento dei bianconeri potrebbe essere Pobega.

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Fiorentina, non solo Pongracic: arriva il baby Boskovic

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Pradé

Passato, presente e futuro si intrecciano nelle prime settimane di ritiro a tinte viola. La Fiorentina ha salutato Nikola Milenkovic in direzione Nottingham Forest – “Volevo giocare in Premier League” le sue parole d’addio – e per colmare la lacuna lasciata dal serbo si è assicurata Pongracic. Per l’ex Lecce, Commisso ha avallato una spesa di 15 milioni complessivi strappandolo al Rennes all’ultimo respiro.

Ma la Fiorentina non ha ancora chiuso i battenti in ottica mercato, dopo aver aperto le danze anche con l’innesto di Moise Kean e con valutazioni serrate sul futuro di Ikone e Kouame. La Viola, infatti, pensa anche al futuro e si assicura il classe 2008 Matko Boskovic dall’HNK Cibalia. Un colpo in totale prospettiva quello del centrale croato, che verosimilmente si aggregherà alla Primavera per proseguire il suo percorso di crescita.

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Osimhen al PSG, tutto fermo: l’agente vola a Parigi

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Osimhen

Da formalità a trattativa, da trattativa a posizioni distanti. Il passaggio di Victor Osimhen dal Napoli al PSG sembrava scontato fino a qualche mese fa, ma si è progressivamente trasformato in un gioco al ribasso che ha scongiurato il pagamento della ricchissima clausola rescissoria. Tuttavia il cartellino del protagonista del 3° Scudetto orbita sempre attorno ai 100 milioni di valore ed è proprio il club transalpino l’unico – perlomeno in Europa – a poter pensare di spenderli.

L’innesto di Osimhen permetterebbe al PSG di coprire in parte il vuoto lasciato da Mbappe, se non dal punto di vista emotivo quantomeno nella possibilità di regalare a Luis Henrique un centravanti di spessore. Il Napoli, dal canto suo, attende trepidante la mossa di Roberto Calenda, procuratore del suo numero 9 pronto a volare a Parigi per sbloccare la trattativa. In caso di naufragio, tutte le speranze di monetizzare al massimo la cessione si sposterebbero sul calciomercato arabo.

Lukaku è il dopo Osimhen

La volontà del Napoli di chiudere al più presto il capitolo Osimhen è sospinta dall’accordo ormai raggiunto con Romelu Lukaku, desideroso di tornare a lavorare con Antonio Conte dopo i fasti dell’avventura interista. Con il Chelsea la distanza appare la medesima: 35 milioni quelli richiesti dai Blues, 30 l’offerta partenopea. Una forbice piuttosto colmabile a patto che la cessione tanto attesa venga al più presto formalizzata.

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