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La prima volta di Ruud: trionfa a Barcellona, Tsitsipas si arrende

È Casper Ruud a conquistare il torneo di Barcellona, ottenendo la rivincita su Stefanos Tsitsipas in finale, nel segno di Nadal

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Ruud

Solo una settimana fa avevamo visto Ruud, amareggiato, uscire dal campo del Master 1000 di Montecarlo, dopo la sconfitta in finale per mano di Tsitsipas. Un ko che ancora una volta aveva precluso al norvegese il successo in un torneo che non fosse di categoria 250, nonostante vanti in carriera anche ben tre finali Slam e una alle Finals di fine anno.

7 giorni dopo la maledizione è spezzata e, in quel di Barcellona, è il greco a inchinarsi a Ruud, che conquista così il suo primo ATP 500, su quella terra rossa di cui negli anni è diventato specialista. Sorrisi ed emozione intorno al viso del classe ’98 quando ha alzato un trofeo, che solo una volta negli ultimi 9 anni non era finito in mani spagnole, con Thiem che trionfò nel 2018; solo una volta prima d’ora.

Tsitsipas conquista la terza corona, sconfitto Ruud

Ruud-Tsitsipas, nel segno di… Nadal

La finale non è iniziata al meglio per Ruud che ha perso subito il servizio nel game di apertura, segnale che poteva ricordare il predominio avuto da Tsitsipas nell’incontro tra i due a Montecarlo. Il norvegese, però, è riuscito nel sesto gioco a rimettere in parità i conti. Il set, a questo punto, è proseguito senza particolari emozioni, fino al 6-5 in favore del futuro vincitore del torneo, che, sul servizio del greco, è riuscito a portarsi sul 15-40, chiudendo il primo parziale alla prima occasione utile.

La conquista del primo set ha indirizzato, di fatto, la partita, con un secondo parziale in cui Ruud è salito in cattedra non concedendo alcuna palla break e riuscendo a ottenere il vantaggio decisivo nel quarto game, strappando il servizio a Tsitsipas e andando poi a chiudere per 6-3.

Una vittoria giusta su un campo non casuale, ma sulla Pista Rafael Nadal, che porta il nome proprio del suo idolo: “Aspettavo questo titolo da tanto tempo e sono contento di averlo ottenuto su questo campo speciale, visto che è il mio idolo fin da bambino”.

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Berrettini tris si prende Gstaad: record, ritorno al passato e top 50

Matteo Berrettini piega Halys e si prende Gstaad: un ritorno al passato ed in top 50 per il romano

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Berrettini, Gstaad

Matteo Berrettini piega Questin Halys nella finale svizzera di Gstaad, facendo proprio l’ATP 250. Un 6-3 6-1 senza possibilità di replica in meno di un’ora per il rivale francese. La pioggia del primo set rallenta The Hammer, salvo non cambiare il copione, anzi inacidendo le sorti del transalpino.

Per Berrettini è il nono titolo ATP in carriera, il secondo quest’anno dopo Marrakech, nonché il secondo a Gstaad, dopo che nel 2018 alzò al cielo, proprio in Svizzera, il primo trofeo di carriera. L’azzurro, forte del successo che lo proietta al terzo posto degli italiani più vincenti di sempre, al pari di Fognini e dietro ai soliti Sinner e Panatta, da lunedì riabbraccerà, così, la top 50 del ranking mondiale.

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Super Berrettini a Gstaad, cade anche Tsitsipas: è finale

Matteo Berrettini raggiunge la finale al torneo di Gstaad dopo lo splendido successo su Stefanos Tsitsipas, per provare a centrare il titolo

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Berrettini

Matteo Berrettini sta tornando e lo dimostra la splendida prova al torneo di Gstaad. Il romano, infatti, batte anche Stefanos Tsitsipas nel match valido per la semifinale e raggiunge così l’ultimo atto della competizione, dove si troverà di fronte Halys per provare a centrare un titolo che segnerebbe ancora di più la sua crescita nell’ultimo anno.

Un percorso fin qui perfetto quello di Matteo che non ha ancora lasciato set, superando, in ordine, Cachin, Galan, Auger-Aliassime e, soprattutto, la testa di serie numero uno del torneo Stefanos Tsitsipas per 7-6 7-5, con una grandissima prova al servizio. In finale l’italiano si presenterà da favorito per provare a trovare il successo.

Gstaad, però, è un terreno con cui Berrettini ha già dimostrato di aver un rapporto particolare, visto che proprio in Svizzera aveva centrato il suo primo trofeo nel circuito ATP nel 2018 .

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Cambio generazionale? Ad Alcaraz e Sinner gli Slam, Djokovic rincorre

L’era dei big three è all’ultima chiamata, con la nuova generazione che è finalmente riuscita a invertire le carte in tavola, nelle vesti di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, fresco vincitore di Wimbledon. Novak Djokovic è ora chiamato a rincorrere per frenare il declino di un’era

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Djokovic e Alcaraz

Il cambio generazionale in questo periodo della storia tennistica è tanto atteso quanto temuto. L’era dei big three, infatti, ha lasciato un marchio indelebile nella mente degli appassionati, in un dominio che dava quasi l’illusione di poter essere eterno. Briciole e poco più è ciò che lasciavano a chi non sedeva nell’olimpo di questo sport e non c’era giovane che bussasse alla porta in grado di modificare in maniera duratura la situazione.

Djokovic l’ultimo dei samurai in grado, fino ad ora, di reggere l’avanzata della nuova generazione e se fino allo scorso anno era lui l’uomo da battere, in silenzio le nuove leve sono finalmente riuscite a stravolgere la situazione. Sinner e Alcaraz hanno fatto loro i primi tre Slam della stagione, con lo spagnolo fresco vincitore di Wimbledon.

“So che quest’anno sono i migliori del mondo e so di non essere al loro livello” sono state le parole del serbo, dichiarazioni completamente opposte rispetto a quanto accadeva fino a poco tempo fa. Non per questo, però, parole di resa con Djokovic che non ha mai nascosto la sua volontà di centrare ancora altri record prima di appendere la racchetta al chiodo.

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