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Addio Barcellona! Nadal combatte ma si piega a De Minaur

Nadal non riesce nella nuova impresa

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Nadal

“Definire me tra i favoriti per la vittoria è assurdo”, così Rafa Nadal aveva respinto senza mezzi termini Stefanos Tsitsipas, che aveva espresso parole lusinghiere nei confronti dello spagnolo prima del torneo.

I tempi sono mutati, mentre Rafa scende in campo è un motivo di gioia sia per lui che per il tennis, desideroso di congedarsi in modo appropriato da uno dei suoi giganti.

Dopo un debutto convincente e padroneggiato contro Flavio Cobolli, seppur con qualche titubanza dovuta al primo confronto con la leggenda della terra rossa, Rafa ha ceduto in un incontro combattuto, come suo solito, contro Alex De Minaur.

Alla vigilia, Nadal aveva annunciato che questa sarebbe stata la sua ultima partecipazione al torneo catalano, dove ha trionfato per ben 12 volte e che ha addirittura un campo centrale intitolato in suo onore.

Quando l’ultima palla cade in un pomeriggio gelido sulla sua “terra”, Rafa lascia il campo con uno sguardo malinconico, mentre nel suo angolo si percepisce una profonda tristezza e il pubblico gli tributa una standing ovation.

Un risultato amaro, un dolce saluto

Nadal inizia subito il primo set perdendo un break, ma riesce a recuperare il distacco senza però riuscire a forzare il tie-break, cedendo alla fine per 7-5 contro l’australiano.

Nel secondo set, le cose non vanno meglio, con un break subito nel terzo game e una diminuzione di potenza che consente a Damon di allungare fino al 5-1, strappando nuovamente la battuta al giocatore mancino, che alla fine si arrende per 7-5 6-1.

Un risultato amaro per il campione con 14 titoli a Roland Garros, che lascia il campo con un saldo di 42 errori contro soli 11 colpi vincenti.

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Berrettini tris si prende Gstaad: record, ritorno al passato e top 50

Matteo Berrettini piega Halys e si prende Gstaad: un ritorno al passato ed in top 50 per il romano

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Berrettini, Gstaad

Matteo Berrettini piega Questin Halys nella finale svizzera di Gstaad, facendo proprio l’ATP 250. Un 6-3 6-1 senza possibilità di replica in meno di un’ora per il rivale francese. La pioggia del primo set rallenta The Hammer, salvo non cambiare il copione, anzi inacidendo le sorti del transalpino.

Per Berrettini è il nono titolo ATP in carriera, il secondo quest’anno dopo Marrakech, nonché il secondo a Gstaad, dopo che nel 2018 alzò al cielo, proprio in Svizzera, il primo trofeo di carriera. L’azzurro, forte del successo che lo proietta al terzo posto degli italiani più vincenti di sempre, al pari di Fognini e dietro ai soliti Sinner e Panatta, da lunedì riabbraccerà, così, la top 50 del ranking mondiale.

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Super Berrettini a Gstaad, cade anche Tsitsipas: è finale

Matteo Berrettini raggiunge la finale al torneo di Gstaad dopo lo splendido successo su Stefanos Tsitsipas, per provare a centrare il titolo

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Berrettini

Matteo Berrettini sta tornando e lo dimostra la splendida prova al torneo di Gstaad. Il romano, infatti, batte anche Stefanos Tsitsipas nel match valido per la semifinale e raggiunge così l’ultimo atto della competizione, dove si troverà di fronte Halys per provare a centrare un titolo che segnerebbe ancora di più la sua crescita nell’ultimo anno.

Un percorso fin qui perfetto quello di Matteo che non ha ancora lasciato set, superando, in ordine, Cachin, Galan, Auger-Aliassime e, soprattutto, la testa di serie numero uno del torneo Stefanos Tsitsipas per 7-6 7-5, con una grandissima prova al servizio. In finale l’italiano si presenterà da favorito per provare a trovare il successo.

Gstaad, però, è un terreno con cui Berrettini ha già dimostrato di aver un rapporto particolare, visto che proprio in Svizzera aveva centrato il suo primo trofeo nel circuito ATP nel 2018 .

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Cambio generazionale? Ad Alcaraz e Sinner gli Slam, Djokovic rincorre

L’era dei big three è all’ultima chiamata, con la nuova generazione che è finalmente riuscita a invertire le carte in tavola, nelle vesti di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, fresco vincitore di Wimbledon. Novak Djokovic è ora chiamato a rincorrere per frenare il declino di un’era

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Djokovic e Alcaraz

Il cambio generazionale in questo periodo della storia tennistica è tanto atteso quanto temuto. L’era dei big three, infatti, ha lasciato un marchio indelebile nella mente degli appassionati, in un dominio che dava quasi l’illusione di poter essere eterno. Briciole e poco più è ciò che lasciavano a chi non sedeva nell’olimpo di questo sport e non c’era giovane che bussasse alla porta in grado di modificare in maniera duratura la situazione.

Djokovic l’ultimo dei samurai in grado, fino ad ora, di reggere l’avanzata della nuova generazione e se fino allo scorso anno era lui l’uomo da battere, in silenzio le nuove leve sono finalmente riuscite a stravolgere la situazione. Sinner e Alcaraz hanno fatto loro i primi tre Slam della stagione, con lo spagnolo fresco vincitore di Wimbledon.

“So che quest’anno sono i migliori del mondo e so di non essere al loro livello” sono state le parole del serbo, dichiarazioni completamente opposte rispetto a quanto accadeva fino a poco tempo fa. Non per questo, però, parole di resa con Djokovic che non ha mai nascosto la sua volontà di centrare ancora altri record prima di appendere la racchetta al chiodo.

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